Lo scorso gennaio è girata in rete una campagna virale chiamata #coglioneno, realizzata dalla ZERO, con tre video sarcastici con protagonisti un idraulico, un antennista e un giardiniere con l’intento di sensibilizzare la gente nel rispetto dei lavori creativi.
Roberto Gagnor, sceneggiatore della Disney ha pubblicato un’interessante articolo su IlPost dove esamina questa eterna polemica sul costo della creatività , argomento che NeroBold deve spesso affrontare con i propri clienti, è per questo che abbiamo deciso di estrapolare le parti più salienti di questo articolo e di divulgarlo.
“Enrico Sola mi ha brillantemente preceduto sulla questione, chiarendo alcuni punti importanti: in sintesi, il lavoro creativo è difficilmente quantificabile; la nostra cultura identifica erroneamente il lavoro con la sola “fatica” (in quanto piemontese, so quanto questo concetto sia sentito; in quanto sceneggiatore, il mio lavoro è faticoso, ma lo amo, quindi non è mai una fatica, anzi); infine, il mondo industriale italiano è impreparato a questo tipo di lavoro. Molto d’accordo su tutti e tre i punti. Vorrei però aggiungere qualche altra idea e, forse, una possibile soluzione.
Il lavoro creativo non è quantificabile. So per esperienza che il tempo dedicato a un lavoro creativo non è un indicatore della sua qualità . Detta grezzamente: posso arrabattarmi per otto ore a cercare un’idea per una storia di Topolino senza il minimo successo. Salvo poi trovare quella stessa idea in cinque minuti netti, magari a cena o in metrò. Quei cinque minuti, però, sono il prodotto di un’intera vita.
Quando un’azienda paga un creativo, non paga cinque minuti: paga la sua intera vita. Perché se un vero creativo è stato influenzato, plasmato, trasformato da quello che ha letto, visto, vissuto. Anni di film, videogiochi, fumetti, libri, serie TV, pubblicità , viaggi all’estero, esperienze, corsi, workshop. Quei cinque minuti sono il prodotto inconfondibile di quella persona e della sua esperienza, perché solo quella persona potrà offrirvi quei cinque minuti. Quella vita, quelle esperienze hanno un loro peso, perché rendono quel creativo diverso da tutti gli altri.”